MEZZENILE E DINTORNI

StemmaIl comune di Mezzenile (654 m.s.l.m. al municipio), si trova nella parte centrale delle Valli di Lanzo, nelle Alpi Graie.
E’ adagiato sulla riva destra del torrente Stura su di un verdeggiante altopiano che si estende sino alle falde della Rocca Moross e dell'Uja di Calcante e gode di un’ottima esposizione e di un clima favorevole. La sua posizione di bassa montagna lo rende idoneo a chiunque; ed il suo territorio, ricco di pascoli, boschi e sorgenti, è ideale per passeggiate ed escursioni in ogni stagione dell'anno.
Il paese è composto da numerose frazioni, che nell’insieme contano circa 900 abitanti; queste sono le principali: Centro, Villa Inferiore, Villa Superiore (m. 700), Catelli (m. 700), Murasse (m. 710), Bogliano (m. 820), Monti (m. 1124) e Pugnetto (m. 837).
 
StemmaIl paese appartiene all’area culturale e linguistica franco-provenzale. Il dialetto (patois) parlato a Mezzenile, con lievi differenze tra borgata e borgata, è tuttora ampiamente utilizzato dalla popolazione.
 
Il nostro paese, insieme ai vicini comuni di Pessinetto e Traves, è stato nei secoli passati un importante centro per la produzione di chiodi, come testimoniano le molte fucine presenti su tutto il territorio e che ancora oggi costituiscono un elemento caratteristico del paesaggio locale.
 

Brevi cenni storici

Non si sa con esattezza quando il paese sia stato fondato.
Il suo nome deriva dal latino tardo medievale “mansionile” (casa colonica con porzione di terreno), e potrebbe far pensare ad un'occupazione alto medievale. Nel secolo XI Mezzenile, insieme a Balangero, Monastero, Ceres, Ala, Chialamberto, Cantoria, Monasterolo, faceva parte dei possedimenti dei monaci benedettini dipendenti dall'Abbazia di San Mauro di Pulcherada.
CastelloQuest'abbazia amministrava i territori tramite un priorato insediato a Mathi.; molti di questi paesi furono costruiti o riedificati dai monaci stessi, a Mezzenile, forse nell’XI secolo, sembra furono loro ad erigere la prima chiesa.
Il documento più antico (che ci da le prime notizie certe) riguardante il territorio di Mezzenile è la concessione di Guglielmo VII di Monferrato, per lo sfruttamento delle miniere locali datata 1289, che portò alla fondazione di Pessinetto. Allora Mezzenile appare già come centro abitato importante, con una chiesa parrocchiale e sede di attività artigianali correlate alla produzione mineraria, come la fabbricazione di chiodi.
Nel secolo XIV Casa Savoia, subentrò al Monastero di Santa Maria di Pulcherada. Dopo che Vittorio Amedeo II suddivise la Castellania di Lanzo, Mezzenile passò sotto il controllo dei Beltramo di Monasterolo e nel secolo XVIII ai Conti Francesetti.
Ricordiamo qui in particolare il conte Luigi Franesetti,proprietario delle locali fonderie,autore di "Lettres sur les Vallées de Lanzo" (1823), diario di viaggio attraverso le Valli di Lanzo.
Tra il 1943 e il 1945 il paese fu uno dei nuclei più importanti della Resistenza nelle Valli di Lanzo, riuscendo anche ad indire libere elezioni malgrado la continua minaccia nazifascista. Dopo la seconda guerra mondiale l'emigrazione, che in precedenza era stata relativamente limitata e quasi sempre temporanea (muratori, minatori, persone di servizio), si accentuò divenendo spesso definitiva.
Intanto il comune era stato in parte “smembrato”, scendendo all'attuale superficie territoriale di 28,98 kmq., e perdendo a favore di Pessinetto le grosse frazioni di Pessinetto Fuori, Mombresto, Gisola e Tortore. Secondo un destino comune a molti paesi di montagna, gli insediamenti più disagiati vennero abbandonati e si passò cosi dai 1545 abitanti del 1955 ai 1309 del 1969 e ai circa 900 odierni.
 

Le fucine di Mezzenile e l’ecomuseo dei chiodaioli

Mezzenile nel XIII secolo era già un importante centro minerario, sede di miniere e fucine per l'estrazione e la lavorazione del ferro. Accanto all'agricoltura, alla selvicoltura e all'allevamento del bestiame l'attività mineraria (miniere di ferro, rame, argento, attive fino alla seconda metà dell'Ottocento) aveva una notevole importanza, così come l'artigianato ad essa collegato in particolare la lavorazione del ferro, che fece del paese, per secoli e fin dopo la Seconda Guerra Mondiale, un importante centro per la fabbricazione di chiodi per calzature e per l’edilizia.
Le comuni attività agro-silvo-pastorali sulle quali si fondava l’economia montana furono difatti affiancate, fino agli anni 60 del ventesimo secolo, dalle lavorazioni artigianali dei chiodaioli, anche nelle fucine stagionali che si trovavano nei pressi delle “muande” e degli alpeggi ed erano utilizzate nella bella stagione.
L’attività dei chiodaioli, documentata sin dal 1289 e mantenuta nei secoli successivi, rappresentando una delle principali attività dell’economia locale, entrò progressivamente in crisi dalla seconda metà dell’800 ed in particolare si ridusse drasticamente nell’ultimo dopoguerra, cessando definitivamente negli anni ’60 del ‘900. Nel 1966-67 venne liquidata la cooperativa dei chiodaioli di Mezzenile, nata dopo la Prima Guerra Mondiale.
 
Fucina

Le fucine

Il paese rappresenta un esempio unico sulle Alpi per la numerosa presenza di fucine (oltre 70); distribuite in tutte le borgate del territorio comunale.
Le fucine venivano costruite principalmente in prossimità di ruscelli e corsi d’acqua,al fine di poter convogliare quest’ultima in appositi canali e sfruttarne la corrente d’aria (attraverso il sistema della “tromba idroeolica”), necessaria per mantenere viva la forgia.
Costruite in pietra e fango e coperte con le “lose”, erano dotate di numerose finestre indispensabili ad illuminare l’ambiente di lavoro. All’interno della fucina, a ridosso delle pareti, erano posizionati dai 10 ai 15 ceppi di pietra ollare (“laves”), che rappresentavano altrettante “postazioni” sulle quali, curvi, i chiodaioli lavoravano anche 10-12 ore al giorno; al centro si trovava il fuoco, alimentato a carbone.
Delle tante presenti, la “Fucina Neuva” del 1850,situata nella frazione Forneri, è stata restaurata recentemente grazie alla pro Loco e al lavoro di numerosi volontari ed è nuovamente in funzione.
La Pro Loco, volendo riportare al giusto interesse questo mestiere così importante nella storia del paese, ha avviato nel 2005 una scuola per chiodaioli affinché alcuni volontari riprendessero i segreti e le tradizioni della fabbricazione artigianale dei chiodi.
Il gruppo dei chiodaioli di Mezzenile partecipa a numerose feste, fiere e manifestazioni, anche fuori Regione, diffondendo così la conoscenza di questo antico mestiere. E’ possibile, su richiesta, visitare la fucina e, assistendo alla dimostrazione, osservare le varie fasi lavorative legate alla fabbricazione dei chiodi, le cui tecniche sono rimaste immutate nei secoli.
 
L'Ecomuseo dei Chiodaioli

L’Ecomuseo dei Chiodaioli

L’Ecomuseo si presenta come una tipica esposizione all’aria aperta da visitare lungo due sentieri escursionistici, uno più breve e uno più lungo, in cui i diversi elementi dell’ambiente naturale costituiscono ulteriore motivo di interesse.
Le informazioni riportate nelle bacheche illustrative che punteggiano il percorso dell’Ecomuseo permettono di scoprire alcuni aspetti legati alla vita quotidiana, al lavoro, alle tradizioni del paese.
 
 
 
 

  • Percorso breve (tempo di percorrenza: ore 1-1,30): partendo dalla piazza della chiesa e attraversando il centro storico della frazione Forneri (“Li Fourné”) in circa 15 minuti si raggiunge la Fucina Neuva.
    Il percorso prosegue poi attraversando le frazioni di Villa Superiore (“Vila d’Amount”) e Catelli ( “Li Catèl”) dove si possono osservare alcune abitazioni tradizionali,le più antiche delle quali risalgono ai secoli XVII-XVIII e presentano numerosi esempi di architettura alpina con fregi, affreschi, meridiane, passaggi coperti e edifici con grandi colonne portanti. Sono visibili altre fucine non più utilizzate.
    Una breve diramazione che parte dalla frazione Catelli permette di visitare in un vicino bosco una carbonaia, costruita fedelmente sui modelli di quelle di un tempo, che avevano la funzione di produrre il carbone di legna utilizzato in molte attività domestiche ed artigianali ed in primo luogo nella lavorazione del ferro.
    Il percorso prosegue poi scendendo attraverso il bosco sulla cosiddetta “vi mertchenda” (strada commerciale), che rappresentava, fino alla costruzione delle carrozzabili (1873 per Ala di Stura, 1919 per Mezzenile), la principale via di comunicazione per la valle di Ala. Da qui proseguendo per un tratto verso destra si raggiunge la strada carrozzabile, attraversata la quale si arriva alla frazione Villa Inferiore (Vila d’DZout) dove si può osservare il castello Francesetti e la cappella di San Bartolomeo, di antica ma imprecisata origine. Il percorso breve si conclude tornando verso la piazza della chiesa dove si può visitare la chiesa parrocchiale di S. Martino.
  • Percorso lungo (escursionistico, tempo di percorrenza:ore 3-3,30): l’itinerario lungo, snodandosi tra boschi e prati verdeggianti e attraversando numerose frazioni e borgate (Cugn, Goulet, Eclouna, Remboutchard, Penissiere, Djacoù, Bouisoun) consente di osservare tipiche case antiche, piloni votivi e fucine.
    Lungo il percorso si incontra anche una interessante “louzéri” (cava di “lose”, lastre di pietra per la copertura di tetti) e si può visitare la seicentesca Cappella del Giardino

Per le visite contattare la Pro Loco di Mezzenile Tel. 340-0649400 oppure e-mail proloco@mezzenile.eu
Si ringraziano Ezio Sesia e la Pro Loco per i dati e le informazioni fornite.
 

Cosa vedere

Chiesa Parrocchiale di San Martino

ChiesaLa chiesa parrocchiale è dedicata a San Martino. Solo il campanile conserva la sua primitiva struttura romanica (secoli XII - XIII). Infatti, l'edificio venne ricostruito tra il 1815 e il 1865 (consacrata nel 1868) su disegno dell'ingegnere Gioacchino Butturini. L'edificio attuale ha una sola navata con quattro cappelle laterali dedicate: allo Spirito Santo, alla Nostra Signora di Lourdes, alla Madonna della Rosa e alle Anime purganti. L'edificio conserva al suo interno preziose tracce: l'altare maggiore in marmi policromi (1925), una tela raffigurante l'Addolorata ai piedi della Croce e due Santi che sostengono la Santa Sindone, opera di un allievo di Claudio Francesco Beaumont, databile alla seconda metà del secolo XVIII, testimonianza della devozione alla Santa Sindone.
 
 
 
 

La cappella del giardino

Cappella del GiardinoLa Cappella del Giardino (m.1057), risalente al secolo XVII, è dedicata alla Visitazione di Maria ad Elisabetta. In questa chiesetta dal portico a capriata e dal campanile a pianta quadrata (quasi completamente in pietra a vista) sono degni di nota l'affresco sulla facciata che ricorda l'episodio Evangelico a cui si deve la consacrazione della chiesa, (ripreso anche in una tela custodita all'interno), una raccolta di circa quindici ex voto, di cui cinque dipinti e uno fotografico e una litografia pubblicata in occasione dell'Ostensione della Sindone del 1898 e dell'Esposizione di Arte Sacra.

La cappella della Consolata

Cappella della ConsolataL’edificio originario sembra risalga al ‘500 e venne innalzato dagli abitanti di Mezzenile come ringraziamento per essere scampati alla pestilenza del 1520.
Successivamente ampliata e rimaneggiata, venne anche dedicata a Santa Rita e a San Giacomo.
L’interno della Cappella è ricoperto di immagini ed ex voto assai suggestivi.
Ancora oggi a S.Rita e a S.Giacomo vi si celebra la messa con successivo “incant” (asta di prodotti vari per finanziare la manutenzione della Cappella).
 
 

I nuclei originali delle frazioni

Le abitazioni più antiche risalgono ai secoli XVII - XVIII e presentano numerosi esempi di architettura alpina con fregi, affreschi, meridiane, passaggi coperti e edifici con colonne.

Il Castello Francesetti

CastelloSettecentesca dimora di prestigio della famiglia omonima, nobilitatasi nel 1786 e acquirente nel 1793 dai Beltramo del feudo di Mezzenile, ma con solide radici artigianali e commerciali. L’origine della famiglia risale infatti a Michele Pietro Antonio Francesetti, venuto da Ceres a Mezzenile sul finire del 600, abile artigiano del ferro, i cui figli si avviarono a professioni liberali (medici, avvocati). Tra i successori spiccò il conte Luigi (1776-!850), autore tra l’altro di quelle celebri “Lettres sur les Vallées de Lanzo”, edite a Torino nel 1823 e ancora oggi di utile e piacevole lettura per la conoscenza delle nostre valli.
Oggi il castello, in parte di proprietà privata, non è visitabile. Una parte è stata acquistata dal Comune ed è oggetto di restauri.
Accanto al castello si può ammirare la cappella neogotica di S.Anna.
Di fronte al portale del castello l’antica cappella di S. Bartolomeo in cui era conservato il bel quadro sindonico settecentesco della scuola di Claudio Francesco Beaumont, ora nella chiesa parrocchiale di S. Martino.

Le Muande e gli Alpeggi

Le muande sono gli insediamenti intermedi utilizzati dai pastori durante la salita agli alpeggi e la successiva discesa. Tra le più caratteristiche e suggestive da citare Sart (m. 1163) e Cenognen (m. 1160-1220).
Tra gli alpeggi fortunatamente alcuni sono ancora attivi, ed in essi si perpetuano i millenari "cento giorni dell'alpe". Raggiunti in qualche caso da recenti strade carrozzabili, ricordiamo tra i principali Ca Bianca (m. 1408), Nuviant (m. 1767), Pugin (m. 1957) e Sauleri (m. 1977).

Le Grotte di Pugnetto

Proseguendo da Traves in direzione Lusiana si incontra la frazione Pugnetto appartenente al Comune di Mezzenile, ma raggiungibile in macchina unicamente da Traves. Poco prima di arrivare alla frazione troviamo sulla sinistra le Grotte, interessante sistema di cavità di incerta origine (probabilmente dovute a franamento, ma con frequenti segni di interventi artificiali), che si spinge nella montagna per oltre 800 m. con una serie di cunicoli, sale, pozzi, diramazioni secondarie. La tradizione vuole che queste grotte attraversassero tutta la montagna fino a sbucare in Val di Viù; l'apertura si sarebbe poi ostruita in seguito ad una frana. Date le caratteristiche ambientali e naturalistiche le grotte sono state inserite dalla Regione Piemonte nel censimento dei "biotopi" (unità di ambiente fisico in cui vive una singola popolazione animale o vegetale), nell'ambito dei programmi di tutela ambientale della Comunità Europea. Infatti sono sede di fauna endemica, esclusiva della grotta, e sono rifugio di specie rare di pipistrelli, di cui sono state riconosciute ben cinque specie.
Proseguendo si arriva alla frazione Pugnetto dove possiamo ammirare una curiosa chiesa "bifrontale": una prima chiesa di origine settecentesca dedicata alla Vergine che presenta un motivo barocco nel frontone e, sul lato opposto, un'altra chiesa, costruita nel 1910, e dedicata ai Santi Lorenzo e Valentino.
 
Per la visita alle grotte contattare la Pro Loco di Mezzenile Tel. 340-0649400 oppure e-mail proloco@mezzenile.eu
Le grotte, sito naturalistico di importanza comunitaria, sono chiuse nel periodo invernale per non creare disturbo alla fauna endemica.